Un mondo pieno di rischi: prospettive per il 2022
L’inizio anno è l’occasione per predisporre una lista dei rischi incombenti in grado di incidere sulle economie e sui mercati finanziari
Sebbene sia poco sensato suddividere le dinamiche storiche e gli eventi sociali, politici ed economici sulla base del calendario, l’apertura di un nuovo anno è comunque un’appuntamento canonico a cui non si può sfuggire per stendere le agende per il futuro. Sono così convinto che risulti un esercizio buono e proficuo approfittare dell’attenzione che viene riposta in questo momento dell’anno per i “bilanci” e per le “aspettative per il futuro” per proporre un esercizio che provi a indicare quelli che saranno plausibilmente gli scenari nei quali si addenseranno i principali rischi incombenti.
Al riparo di COVID-19
Quanto è accaduto in questi due anni di COVID-19 ha inevitabilmente focalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica, nonché quella degli stessi addetti lavori, sulle tematiche sanitarie spostando in secondo piano quelli che sono, e che permangono essere, i maggiori focolai di incertezza.
Al riparo delle manifestazioni di COVID-19 e di quanto è conseguentemente avvenuto nel mondo, le dinamiche che alimentano i motori di rischio hanno continuato incessantemente a evolversi. I paesi che più degli altri hanno interesse a mettere in discussione gli attuali equilibri nonché la coesione delle democrazie, hanno sfruttato la “disattenzione” generale per spostare a proprio favore gli equilibri strategici portando a compimento dossier e progetti che avrebbero sicuramente incontrato una forte resistenza qualora fossero stati realizzati in un momento meno straordinario. Penso ad esempio al ruolo decisivo svolto dalla Turchia nell’orientare il conflitto tra Armenia e Azerbaijan, uno dei più silenziosi e nascosti conflitti degli ultimi decenni; oppure all’aggregazione di fatto di Hong Kong da parte della Cina in barba agli impegni assunti di rispettare l’autonomia dell’ex colonia inglese.
Per questo motivo vale la pena tornare a occuparsi dei fattori di rischio geopolitico che sono destinati a influenzare il prossimo futuro. In ogni caso la sussistenza di una minaccia non significa di per sé che le situazioni avverse siano destinate a realizzarsi, quanto più semplicemente che le condizioni generali, così come si manifestano oggi, rendono altamente plausibile la possibilità che siano proprio questi scenari a contribuire più di altri ad accrescere l’incertezza nel prossimo futuro.
Inglobare i rischi geopolitici nelle analisi economiche e finanziarie
Assume allora un valore strategico - anche per l’industria finanziaria - il considerare nei modelli previsivi questi processi come endogeni non limitandosi ad assumerli come fattori esogeni rilevanti solo nella misura in cui si manifestano concretamente. L’analisi dei rischi geopolitici non dovrebbe pertanto costituire solo lo sfondo per affrontare i temi di investimento, ma dovrebbe penetrare nella prassi degli analisti fino alla valutazione del loro impatto sui singoli settori e sule singole imprese. E’, infatti, paradossale, almeno nella mia visione, che nel momento in cui si è arrivati a considerare i rischi di sostenibilità come parte essenziale del processo di investimento, la materia geopolitica e più in generale le tematiche extra economiche siano confinate al di fuori del perimetro di osservazione dell’industria finanziaria, salvo essere considerate e comprese solamente quando “i barbari sono alle frontiere”.
Un elenco di rischi … non esaustivo
Per rispondere a questa esigenza propongo a seguire un elenco di quelli che molto plausibilmente saranno gli scenari nei quali si concentreranno le maggiori tensioni e conseguentemente potrebbero essere l’origine di rischi più o meno sistemici. Ad ognuno di essi dedicherò un approfondimento che andrà ad aggiungersi a quello sull’inflazione che avete già avuto modo di leggere con l’ultimo invio di dicembre e che ritrovate comunque su queste pagine.
La “resistibile ascesa” della Cina all’egemonia mondiale. Le strategie cinesi finalizzate a raggiungere la posizione di potenza egemonica mondiale sono destinate a creare tensioni non solo nel confronto diretto con gli Stati Uniti, ma coinvolgeranno tutti gli scacchieri geopolitici mondiali aprendo competizioni in campo economico, tecnologico e nell’accesso alle risorse prime, dagli idrocarburi a quelle ittiche.
La sfida delle società chiuse alle società aperte. Nel contrasto strategico con Europa e Stati Uniti Cina, Russia e Turchia propongono una narrazione che punta ad avvalorare una supposta maggior efficienza nella soddisfazione dei bisogni delle popolazioni del modello di società autoritaria rispetto a quello proposto dalle società democratiche. Questo progetto comunicativo si manifesta oltre che sul piano ideologico, anche in azioni concrete mirate al sostegno alle forze populiste e agli stati autoritari che mettono in discussione le condizioni di equilibrio e di sviluppo globale.
Lo scacchiere dell’Indo-Pacifico: rotte tormentate. Lo spostamento del baricentro del mondo dall’Atlantico all’Indo-Pacifico al pari di ogni trasformazione radicale è fonte di enormi rischi. All’interno di questa area alcune situazioni, come quelle che interessano il Mar Cinese Meridionale e Taiwan hanno già raggiunto un livello di tensione elevatissimo.
“E’ l’inflazione! Bellezza”. Dopo anni di inflazione bassissima e addirittura di deflazione i prezzi hanno ripreso a salire ponendo nuove sfide a un mondo finanziario che aveva perso l’abitudine nel coabitare con una dinamica elevata dei prezzi.
Le catene globali di valore sono una tigre di carta. Gli sconvolgimenti creati sul sistema produttivo, sulla logistica e sulla produzione dei beni intermedi dalle misure di contenimento della pandemia sono i principali imputati della crescita inflazionistica. In ogni caso la crisi sanitaria ha dimostrato i rischi insiti nell’accentramento delle catene di valore che si sono prodotte nel corso degli ultimi decenni.
Il rialzo dei tassi in un mondo pieno di debito. Tra i potenziali rischi che l’inflazione porta con sé va considerato l’impatto che le prevedibili risposte della banche centrali (rialzo dei tassi) possono determinare su sistemi economici fortemente indebitati.
Pandemia e emergenze sanitarie. La pandemia ha dimostrato in modo incontrovertibile l’incidenza dei fattori extra-ecomomici sui mercati finanziari. Non si può peraltro escludere che quanto è avvenuto in questi due anni possa ripetersi in futuro. A ciò si aggiunga che le minacce pandemiche non sono le uniche che possono creare crisi sanitarie con ripercussioni sistemiche sui sistemi economici e su quelli sociali.
Dalla Russia con amore. La Russia ha sfruttato la crisi della pandemia, e la scarsa attenzione posta dalle opinioni pubbliche mondiali per riconquistare parte della centralità strategica che aveva perso dopo la caduta della Unione Sovietica. La decisione di alcuni paesi dell’ex area di influenza di avvicinarsi alla NATO (Ucraina in primis), viene giudicata da Mosca una minaccia diretta agli interessi nazionali e per tale ragione si può immaginare di andare incontri ad una prospettiva di forte instabilità.
Asia Centrale. Un crocevia di interessi tra i più affollati. I paesi dell’area hanno mantenuto una relativa stabilità in questi anni grazie agli introiti derivanti dallo sfruttamento delle materie prime, garantendo in questo modo la sopravvivenza a regimi autoritari e dittatoriali. La storica egemonia russa è oggi messa in discussione dalla Turchia che intende sfruttare a proprio vantaggio la comune cultura turcofona con le popolazioni centrasiatiche. Allo stesso tempo in questo spazio ristretto si confrontano le grande potenze, Cina, India e Stati Uniti.
“Mamma li turchi”. Erdogan, con la sua narrazione e le ambizioni neo ottomane della sua politica, hanno trasformato la Turchia nel più potente incubatore di rischi in aree molto vaste, dal Caucaso al Medio Oriente, dal Maghreb all’Europa.
Mediterraneo orientale: il cuore della civiltà occidentale è diventato il cuore dei rischi. Questo tratto di mare ha visto crescere enormemente la propria rilevanza strategica da quando sono state scoperti importanti giacimenti di gas naturale nel triangolo delle zone marine di competenza economica esclusiva (EEZ) di Cipro, Israele e Egitto. La Turchia ha deciso di puntare su queste risorse sfruttando le presunte ambizioni della Repubblica del Nord di Cipro, stato riconosciuto solamente da Ankara.
Dei mari pieni di guai. Gli Oceani sono diventati uno dei luoghi più contesi sia per la sicurezza dei traffici marittimi sia per lo sfruttamento delle risorse sottomarine. Così le contese territoriali tra i vari stati rivieraschi si stanno moltiplicando creando situazioni in alcuni casi molto esplosive che possono avere ripercussioni sullo stesso commercio marittimo
Iran: una lotta per l’egemonia, sciiti e sunniti. Lo scontro storico per l’egemonia all’interno del mondo mussulmano alimenta un conflitto regionale tra l’Iran da una parte e l’Arabia Saudita dall’altra. Lo scontro si sta conducendo attraverso una miriade di conflitti locali, dalla Siria, al Libano, all’Iraq, allo Yemen al Bahrein. Alle tradizionali contrapposizioni tra le due anime dell’Islam si aggiunge la lotta per l’egemonia dentro alla compagine sunnita, portata avanti dall’asse Qatar e Turchia, che tende a scalzare la leadership dell’Arabia Saudita. Il tutto poi si completa con la crescente minaccia nucleare dell’Iran che alimenta le preoccupazioni di Israele.
Le minacce islamistiche. La sconfitta sul campo dello stato islamico e una pausa del terrorismo in Europa non devono far dimenticare come la minaccia dell’estremismo islamico continui ad essere mortalmente presente in molte aree del pianeta e in particolare dell’Africa Subsahariana. Inoltre continua la penetrazione delle posizioni radicali nelle comunità presenti all’interno dei paesi europei.
America Latina: l’autunno del patriarca. La pandemia ha colpito particolarmente duro in America Latina non solo sul piano dei contagi e delle vittime ma deprimendo alcune delle voci più importanti del PIL dei paesi americani: materie prime, rimesse degli immigrati e turismo. La povertà è cresciuta e con essa l’instabilità politica della regione che apre a una crescente polarizzazione che si presta alla penetrazione di Russia e Cina in quello che è sempre stato il cortile di casa degli USA.
Dal narco-traffico ai narcostati: l’evoluzione della specie. La degenerazione economica e politica di alcuni stati dittatoriali sta facendo emergere un nuovo fenomeno che coincide con la trasformazione degli apparati statali in veri e proprio narco-stati. Questi nuovi apparati di potere usano la sovrastruttura ideologica per costruire una narrazione favorevole ai regimi che allo stesso tempo consente di mantenere una stretta oligarchia che sfrutta le immense risorse accumulate. L’utilizzo degli apparati statali a sostegno dei traffici produce un fenomeno estremamente pericoloso, rendendo più difficile il contrasto ai traffici e alimentando forze destabilizzanti nei paesi vicini.
Etiopia: guerra e pace. Quanto sta avvenendo in Etiopia offre uno spaccato che conferma le difficoltà che il continente incontra nel determinare percorsi stabili di crescita economico e sociale. La guerra tra i militanti dell’etnia Tigrai, per anni al vertice dello stato, e il governo federale sta creando una situazione di forte instabilità vanificando la prospettiva di pacificazione della regione che aveva trovato attestato nella concessione del premio nobel per la pace al primo ministro Abiy Ahmed.
Cybersecurity: “giochi” non tanto virtuali. Al modo sempre più pervasivo con cui le nuove tecnologie permeano ogni ambito della nostra società, delle nostre economie e finanche della nostra cultura fa da sponda un aumento esponenziale della fragilità dei sistemi e della loro esposizione ai rischi della cybersicurezza. Quest’ultima non rappresenta solo la trasposizione delle tradizionali minacce al nuovo universo virtuale ma configura una nuova classe di rischi e di eventi negativi estremi. Stati e imprese sono quindi esposte a rischi che minacciano la stessa sostenibilità e sviluppo degli ambienti economici e sociali.
Ambiente: rischio di soffocamento. I risultati dell’ultimo vertice COP26 attestano le contraddizioni che riguardano i processi relativi alla difesa dell’ambiente. Una difesa che procede a due velocità con un ritardo abissale delle nuove potenze economiche, Cina in testa. Il rischio è che i temi ambientali diventino un nuovo campo di battaglia di ideologie esasperate, di pronunciamenti senza seguito e allo stesso siano oggetto di una bulimia normativa che rischia di soffocare e nascondere le buone pratiche.
Complessità e incertezza. Rischi più frequenti e più catastrofici. Il contesto dei rischi sta cambiando molto velocemente sotto la spinta di fattori strutturali che modificano le condizioni di funzionamento delle società e delle economie rafforzando i caratteri di incertezza. In termini generali il nuovo mondo oltre che più complesso appare pieno di rischi sempre più frequenti e più catastrofici.
I dati al centro della conoscenza: il gioco delle tre carte. L’accesso ai dati, la garanzia della loro completezza e veridicità costituisce e costituirà sempre più uno dei punti di maggiore competitività dei sistemi economici oltre che un banco di prove per le democrazie. Dalla manipolazione dei dati emerge invece un rischio molto tangibile di destabilizzazione delle società e dei sistemi economici.
Inadeguatezza dei sistemi di rischio. I tradizionali sistemi di gestione del rischio appaiono inadeguati ad affrontare il nuovo scenario nel quale l’incertezza ha in gran parte sostituito l’universo dei rischi misurabili. La distonia che si è venuta a creare tra la realtà e gli strumenti della sua lettura costituisce al fine forse il maggiore di tutti i rischi.
Tutti questi temi tratteggiano il rinnovato programma di monitoraggio dei rischi geopolitici, extraeconomici e macroeconomici. Ad ognuno di essi dedicherò un approfondimento nelle prossime settimane su queste pagine. Agli utenti di BM&C Società benefit vengono inoltre riservati ulteriori approfondimenti sull’evoluzione dei rischi oltre che la trasposizione della valutazione degli effetti degli scenari avversi sui portafogli finanziari sotto controllo.
Un appello ai lettori
In ogni caso a chi è arrivato fino a questo punto della lettura trovando interessante quanto raccontato chiedo il piccolo sforzo di aiutare a trovare nuovi lettori che diano sempre più senso al lavoro svolto. Se ognuno di quanti leggono regolarmente queste pagine procura almeno un nuovo lettore potremmo velocemente raggiungere un numero critico sul quale contare per affrontare nuovi argomenti. Individuare un amico o un collega interessato a questi temi è facile, ancor più semplice è iscriversi gratuitamente alla lista di invio inserendo la propria mail alla pagina di ingresso al sito.
Grazie a presto