Credit Suisse: crisi d’impresa e … crisi di valori
Dietro a ogni crisi c’è sempre qualcosa di più della semplice degenerazione dei numeri
Credo che chiunque pratichi o si interessi alla finanza stia seguendo con una certa preoccupazione il declino del gigante bancario svizzero Credit Suisse. Dopo una serie di voci che si rincorrevano da tempo, la banca ha annunciato a fine ottobre una perdita di 4 miliardi di dollari nel terzo trimestre di quest’anno. La vera notizia che ha sorpreso il mercato sta nel fatto che la perdita appare essere otto volte più grande di quella prevista dagli analisti.
Questo è il fatto e da qui si aprono diverse strade di racconto. Non possiamo percorrerle tutte, e nemmeno a fondo. In ogni caso vale la pena provare a indicarne alcune lasciando a chi vuole un suggerimento per intraprendere un percorso di maggiore conoscenza.
Too big to fail
La prima riguarda il tema della relazione tra la “salute” dei giganti bancari e il potenziale sistemico di ogni crisi che li riguardi. Non sono tra quelli che credono che l’obiettivo delle economie di scala possa riassumere il senso dell’efficienza economica. Non sono però nemmeno così antiquato, né naïf per propugnare una sorta di mondo dei sogni dove piccolo è bello. Il problema che vorrei suggerire alla vostra attenzione è come individuare il termine di misurazione con cui valutare questa efficienza. Se il tema si risolve entro l’ambito aziendale parrebbe che maggiore economia di scala possa corrispondere maggiore efficienza operativa e maggiore capacità di creare valore. Sarebbe interessante valutare davvero questa affermazione sulla base di parametri oggettivi e abbandonando per un attimo l’apparato ideologico di cui siamo imbevuti. Se guardiamo però alla questione dal punto di vista della sostenibilità, un tema tanto sbandierato quanto usato superficialmente dovremmo tener conto delle esternalità che ogni soluzione organizzativa può creare rispetto ai differenti portatori d’interessi. Siamo sicuri che una banca globale risponda meglio alle esigenze del tessuto locale rispetto a una rete organizzata di medie realtà regionali strutturalmente collegate tra di loro?
Ma tant’è questo è un dibattito che ci porterebbe molto lontano. Mi limito a ricordare come il gigantismo porti con sé fragilità e maggiore incidenza dei rischi, soprattutto a carattere sistemico.
In ogni caso proprio per scongiurare una crisi sistemica la Federal Reserve statunitense sembra abbia messo a disposizione della Banca Centrale Svizzera una linea di credito da 11 miliardi di dollari che si aggiungono a un precedente contributo di 9 miliardi per garantire tutte le risorse necessarie per interventi di emergenza.
Che brutto destino pet le banche di investimento
La seconda strada che vale la pena esplorare riprende quanto detto in uno degli ultimi contributi e che riguarda la crescita dei rischi dovuta alla definizione di un mondo popolato da relazioni sempre più complesse e intense. Dovendo in qualche modo descrivere questa situazione non trovo di meglio che parlare di antropizzazione, cioè di una progressiva eliminazione degli spazi vuoti e delle vie di fuga, con la costruzione di un sistema sempre più denso. Questa descrizione vale per tutti gli aspetti della vita sociale, primo di tutto quello relativo all’ambiente, ma trova applicazione anche con riferimento ai temi finanziari. In particolare le infrastrutture costruite dall'ingegneria finanziaria hanno infittito il territorio finanziario al di là di ogni ragionevole misura. Semplificando al posto della netta separazione tra azioni e obbligazioni è stato costruito un territorio di mezzo senza alcuna continuità con prodotti derivati, ibridi ecc. che trasmettono le crisi da un segmento all’altro dei mercati senza alcuna barriera produttiva.
Di questo mondo sono state artefici soprattutto le banche d’investimento che hanno contribuito a cambiare completamente lo scenario dei rischi e che, ad esempio l’uso smodato della leva finanziaria, hanno portato a un incremento notevole del livello dei rischi stessi. E non a caso periodicamente, a partire dalla crisi del 2007 sono proprio queste istituzioni, nella forma in cui sono evoluta, completamente staccate dall’economia reale, a rivelarsi particolarmente fragili di fronte a cambiamenti bruschi di scenario.
Ho trovato un bel commento in un servizio della televisione svizzera del 25 ottobre “Spiace considerare l’investment banking come un problema di Credit Suisse, viste le sue radici. Nell'Ottocento il Credit Suisse nasceva come banca d’investimento, e fra le opere finanziate troviamo il tunnel ferroviario del Gottardo. Un esempio di economia reale, mentre oggi una certa finanza sembra occuparsi più di sé stessa. Nei decenni in cui Credit Suisse si è avventurato negli Stati Uniti con l’entrata in First Boston, l’impressione era spesso quella che questa fosse la parte più dinamica e preziosa della banca. Oggi invece si rivaluta la stabilità e affidabilità delle operazioni bancarie in Svizzera e le tradizionali attività di gestione patrimoniale”1.
Nessuna soluzione senza un’etica
Un ulteriore strada che questa esperienza apre porta a un altro dei temi su cui torno com maggiore insistenza a riflettere. E riguarda l’etica della finanza. Come spesso ricordo non esiste alcun sistema di controllo per quanto sofisticato e articolato che possa reggere di fronte a sistematici comportamenti personali tesi a violarne le regole, o perlomeno a portare all’estremo la resilienza di queste ultime.
Sulla base di quale razionale si è deciso di finanziare ad esempio il Fondo speculativo Archegos (20 miliardi di perdite) guidato da Bill Hwang condannato in passato per frode e insider trading2, oppure il coinvolgimento nella vicenda dell’ insolvenza del Fondo Greensill di cui sono stati “piazzati” 10 miliardi presso la propria clientela3.
Peraltro proprio negli stessi giorni in cui veniva annunciato la perdita record veniva annunciato un accordo della Banca con le autorità francesi con il quale Credit Suisse accettava il pagamento di una penale transattiva (238 milioni di Euro) per evitare un processo per riciclaggio di denaro e frode fiscale4. L’accordo è stato siglato con il Parquet national financier (PNF), l’istituzione creata nel 2013 per contrastare i crimini economici e fiscali.
Qui purtroppo il problema non è Credit Suisse in quanto tale piuttosto esso va esteso a un’intera degenerazione dell’industria finanziaria, con il conseguente stillicidio di condanne e transazioni a sanatoria. E non possiamo limitarci all’industria finanziaria. In questi stessi giorni la multinazionale svizzera leader nella produzione e nel commercio delle materie prime, Glencore, è stata condannata a una sanzione di 314 milioni di dollari per aver pagato tangenti in cinque paesi africani5. La stessa società era stata multata quest’anno di oltre un miliardo di dollari Dipartimento della giustizia americano e all'autorità di sorveglianza dei mercati delle materie prime Commodity Futures Trading Commission, per aver manipolato i prezzi negli USA e 40 milioni di dollari al Brasile per un’attività di corruzione legata alla vicenda di Petrobras6.
Per rimanere a Credit Suisse riporto, a caso, alcuni esempi di altre situazioni poco chiare nel quale era finito l’istituto stesso o le suo controllate.
Nel 2003 la SEC, l’autorità dei mercati finanziari condanna al pagamento di una sanzione Credit Suisse First Boston per i conflitti di interessi riguardanti gli analisti del gruppo che avrebbero portato a comportamenti distorsivi7.
Nel 2014 Credit Suisse è stata condannata a pagare sanzioni per 2,6 miliardi di dollari negli USA per aver aiutato clienti americani a nascondere i loro patrimoni all’estero8.
Nel dicembre del 2016 l’autorità di regolamentazione dei mercati finanziari statunitense, The Financial Industry Regulatory Authority (Finra), ha multato per 16,5 milioni di dollari rilevando sistematiche deficienze nel sistema dei controlli antiriciclaggio9.
Nell’ottobre 2021 le autorità USA condannano Credit Suisse a pagare una multa da 475 milioni di dollari per aver pagato tangenti per assicurarsi la concessione di crediti a aziende di stato del Mozambico10.
Nel dicembre 2021 la Commissione Europea condanna Credit Suisse e altre quattro banche per un’attività di “cartello” nell’ambito del mercato dei FOREX (cambio e valute)11.
Nel febbraio del 2022 il quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung pubblica un dossier in cui accusa la banca svizzera di gestire su fondi poco chiari le posizioni di 30.000 clienti per un ammontare di 100 miliardi di dollari. Accusa che l’istituto elvetico ha duramente rigettato.
Nel marzo del 2022 Credit Suisse Life Bermuda viene condannata al pagamento di una multa di di 500 milioni di dollari da un tribunale del paese caraibico12.
Nel settembre 2022 “Sedici istituti finanziari di Wall Street, tra cui UBS e Credit Suisse, hanno accettato di pagare 1,1 miliardi di dollari di sanzioni alla Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense per non aver monitorato l'uso di app per messaggini criptati, quali WhatsApp, da parte dei loro dipendenti”13.
Nell’ottobre 2022 Credit Suisse ha accettato di pagare 495 milioni di dollari per transare su richieste di risarcimento relativi a contenziosi sulle cartolarizzazione di mutui subprime del 2008- 200914.
Ahi noi, non c’è tregua!
E se ripartissimo da una finanza fatta di uomini? Non solo a parole.
Il crollo del Fondo Archegos spiegato, Il Post 21 marzo 2021 - https://www.ilpost.it/2021/03/31/archegos-crollo-borsa/
Marco Lettieri e Paolo Raimondi, Vi racconto il papocchio Greensill - Stratmag, https://www.startmag.it/economia/vi-racconto-il-papocchio-greensill-capital/
Credit Suisse paie 238 millions d’euros pour éviter un procès en France pour blanchiment de fraude fiscale, Le Monde 24 ottobre 2022 - https://www.lemonde.fr/societe/article/2022/10/24/blanchiment-de-fraude-fiscale-credit-suisse-paie-238-millions-d-euros-pour-eviter-un-proces-en-france_6147103_3224.html
Anna Cooban, Glencore fined $314 million for 'endemic' bribery of African oil officials, CNN, 3 novembre 2022 - https://lite.cnn.com/en/article/h_47f4cda78d543315710d904cddfea352
Multa miliardaria per la multinazionale svizzera Glencore, TV Svizzera Italiana, 25 maggio 2022 - https://www.tvsvizzera.it/tvs/cultura-e-dintorni/multa-miliardaria-per-la-multinazionale-svizzera-glencore/47622266
Securities and Exchange Commission Litigation Release No. 18110 / April 28, 2003 - https://www.sec.gov/litigation/litreleases/lr18110.htm
Michele Abrego, Credit Suisse fined $16.5m by Finra for anti-money laundering failings, Citywire, 5 dicembre 2016 - https://citywire.com/americas/news/credit-suisse-fined-16-5m-by-finra-for-anti-money-laundering-failings/a976723
Multa e bacchettata sulle dita per Credit Suisse, SwissInfo, - 20 ottobre 2021 - https://www.swissinfo.ch/ita/multa-e-bacchettata-sulle-dita-per-credit-suisse/47042914
Antitrust, Commissione europea: multa UBS, Barclays, RBS, HSBC e Credit Suisse per 344 milioni di euro per cartello di scambio di valute estere, Diritto, Mercato, Tecnologia, 2 dicembre 2021 - https://www.dimt.it/news/antitrust-commissione-europea-multa-ubs-barclays-rbs-hsbc-e-credit-suisse-per-344-milioni-di-euro-per-cartello-di-scambio-di-valute-estere/
Nuova multa salata per Credit Suisse, Radiotelevisione Svizzera Italiana, 24 marzo 2022 - https://www.tvsvizzera.it/tvs/qui-svizzera/nuova-multa-salata-per-credit-suisse/47459624
Banche Wall Street tra cui UBS e Credit Suisse pagano 1,1 mld multa, MarketScreener, 28 settembre 2022 - https://it.marketscreener.com/quotazioni/azione/UBS-GROUP-AG-19156942/attualita/Banche-Wall-Street-tra-cui-UBS-e-Credit-Suisse-pagano-1-1-mld-multa-41874598/
Mutui "subprime", Credit Suisse paga, Radiotelevisione Svizzera Italiana, 17 ottobre 2022 - https://www.rsi.ch/news/economia/Mutui-subprime-Credit-Suisse-paga-15711364.html